Beppe Grillo e Khaled meshaal
C’è una vaga somiglianza tra Beppe Grillo e Khaled Meshaal: entrambi hanno una folta capigliatura brizzolata e una folta barba; il primo è il capo politico del Movimento Cinque Stelle, il secondo viene definito il capo dell’ufficio politico di Hamas, parola che in arabo vuol dire fervore, ardore, zelo ma anche passione e fanatismo. Ricordiamo che anche il movimento italiano nasce e si sviluppa coagulando le passioni e i sentimenti di persone decise a pensionare i vecchi modi di fare politica, esaltati dal fervore del loro capo. Hamas concentra il suo fervore attorno al concetto di مقاومة , parola araba che vuol dire resistenza (resistenza contro Israele e l’Occidente) e si avvale di un linguaggio intenso ed esaltato, proprio come i discorsi di Grillo contro il mercimonio della politica.
Chiaramente è riduttivo soffermarsi su queste poche analogie, poiché Hamas opera anche attraverso le sue organizzazioni a favore dei deboli e dei poveri offrendo aiuto e istruzione. Del resto anche il Movimento Cinque Stelle porta avanti un discorso di rinnovamento a sostegno delle persone defraudate dei loro diritti da una politica appannaggio di pochi privilegiati che hanno perso il contatto con la reale situazione del paese, persi nei loro piccoli interessi di bottega.
In ogni caso, sembra interessante vedere come a distanza di qualche migliaio di chilometri, in ambiti e culture diverse, siano nate due realtà politiche innovative, forse poco profonde dal punto di vista del ragionamento politico, ma che, con poche parole catalizzatrici, promettono uno stravolgimento dello status quo dominante nelle rispettive regioni.
Hamas, a causa della sua connotazione militare che non esita a far uso di armi, non è riuscito ad affermarsi nel panorama politico internazionale e tentenna all’interno della stessa Gaza.
Il Movimento Cinque Stelle deve ancora affrontare la realtà di un eventuale governo o, come si suol dire, la prova dei fatti. Si spera sia meno rigido di Hamas e che dimostri all’interno delle sue linee guida (per altro condivisibili) una flessibilità che gli permetta di interpretare le diverse sfumature delle realtà e che non si trasformi in un monolite restio a qualsiasi tipo di critica o di adattamento. Come è successo al suo, in questo articolo, confratello mediorientale.