Corsa agli armamenti
Dal quotidiano al-Quds:
Sembra di essere tornati in piena guerra fredda, con una corsa agli armamenti da parte dei due blocchi contrapposti.
Mentre la Comunità Europea ha tolto il divieto di fornire le armi all’opposizione siriana, l’incontro di Parigi tra Russia, Stati Uniti e Francia non ha dato i risultati sperati e non si è giunti ad alcun piano di lavoro in vista della conferenza di Ginevra. Anzi, non si sa nemmeno chi vi parteciperà.
In risposta alle decisioni di Bruxelles, il ministro degli esteri russo ha annunciato la consegna del sistema missilistico S-300 alla Siria, provocando la reazione di Israele, che vede minacciato il suo controllo sui cieli di Libano e Siria: Tel Aviv non potrà più effettuare incursioni aeree con la stessa sicumera di prima. Inoltre, qualora i nuovi missili arrivassero nelle mani di Hezbollah, si ritroverebbe ad avere il suo stesso spazio aereo sotto tiro. Le proteste del ministro della difesa israeliano quindi non si sono fatte attendere, così come le minacce di intervento per impedire l’uso di queste nuove armi.
Insomma sono tutti pronti allo scontro e basta poco perché una scintilla provochi una guerra in cui parteciperanno direttamente nuovi contendenti, Iran e Israele.
Sembrerebbe una nuova ”crisi dei missili” cubana, con attori diversi.
In realtà, ad oggi, la situazione è ben più grave. Da un lato parlano i numeri: i morti si dice siano oltre 70.000 e i rifugiati nelle nazioni confinanti più di un milione. Dall’altro, il fatto che il conflitto abbia assunto caratteristiche confessionali e che l’atteggiamento di Israele sia poco disponibile ai compromessi quando si tratta della sua sicurezza nazionale, rendono difficile immaginare il prevalere del buon senso, come avvenne nel 1961.