Epilogo scontato
Il sito del quotidiano al-Araby al-Jadid riporta in data 6 settembre i retroscena che sono alla base della decisione per far tornare l’ambasciatore italiano Giampaolo Cantini al Cairo (ritorno previsto per il 14 settembre) da dove era stato richiamato nell’aprile 2016, dopo che le circostanze della tragica fine del ricercatore italiano Giulio Regeni avevano evidenziato il coinvolgimento degli apparati di sicurezza egiziani nel suo sequestro avvenuto il 25 gennaio 2016.
Sono quattro le richieste avanzate dai due delegati del governo italiano Maurizio Gasparri (vice presidente del Senato) e Nicola Latorre (presidente Commissione difesa) che sono state rivolte direttamente al presidente al-Sisi durante l’incontro avvenuto con quest’ultimo:
– neutralità egiziana nei confronti delle tensioni crescenti che coinvolgono il governo italiano con il generale libico Khalifa Haftar, anzi richiesta di sostegno per tenere a bada le sue intemperanze manifeste contro il ruolo italiano in Libia (anche se lo stesso Egitto ha dimostrato di non gradire gli interventi di Roma nelle acque regionali libiche).
– invio di una delegazione ufficiale a Roma per negoziare la necessità del ritorno dell’ambasciatore il quale sarà un punto fermo per i successivi sviluppi nei rapporti economici e strategici tra i due paesi. Il diplomatico italiano rappresenterà inoltre lo sguardo del governo italiano sull’andamento dell’inchiesta per l’uccisione di Giulio Regeni (e questo punto è già stato attuato con la visita a Roma di una delegazione presieduto dal presidente della fondazione “al- Ahram” Abdul Mohsen al-Salam).
– appoggio alle compagnie italiane presenti in Egitto e certezza degli impegni presi da parte del Cairo con quante di queste sono legate ai grandi appalti nel settore dell’energia, dei trasporti e dei rifiuti.
– quarto punto, ritenuto il più importante, è la trasmissione alla procura italiana di tutte le carte che riguardano l’inchiesta sul rapimento e l’omicidio Regeni da parte dei magistrati egiziani, comprese quelle delle indagini svolte dalla procura egiziana sugli ufficiali di polizia che hanno partecipato all’uccisione della banda criminale che era stata accusata dell’omicidio del ricercatore italiano.
Il ministro degli esteri italiano Alfano ha detto che il governo italiano e quello egiziano non possono non avere rapporti diplomatici ai più alti livelli e che la decisione di rimandare l’ambasciatore al Cairo è stata presa per rafforzare gli impegni morali e politici dell’Italia che si prefigge di far luce sulle oscure circostanze della morte di Regeni.