La legge islamica nel sultanato del Brunei
Una notizia non prettamente legata al M.O., ma molto importante per tutto il mondo arabo alla ricerca di nuova identità, è apparsa sul quotidiano al-Hayat. Il giornale panarabo annuncia che il sultano del Brunei Hassanal Bolkiah intende applicare la sharia nel suo regno a partire dal prossimo aprile.
Il Brunei, piccolo stato che si trova nella parte nord-occidentale del Borneo e che possiede ricchissimi giacimenti di petrolio, che permettono ai suoi cittadini di avere il reddito più alto in tutto il sud-est asiatico dopo Singapore, adotterebbe quindi un nuovo codice penale che prevede l’amputazione delle mani per i ladri, la fustigazione per gli assuntori di alcolici e la lapidazione per le adultere.
Secondo il sultano questo “corrisponde a un dovere verso Dio, il quale ci ha concesso le leggi che rispondono alle nostre necessità, perché potessimo attuare la giustizia attraverso di esse”.
È dal 1996 che Hassanal Bolkiah tenta di applicare la sharia in un Paese in cui i due terzi dei 300.000 abitanti sono musulmani, il 13% buddisti e il 10% cristiani.
Il sultano si è comunque preoccupato di rassicurare gli investitori stranieri affermando che non ci saranno ripercussioni sulla politica del governo; la nuova legge riguarderà esclusivamente i musulmani. In sostanza saranno in vigore due sistemi giudiziari: uno civile e uno islamico.