La Russia biasima Asad
Il vice ministro degli esteri russo Bogdanov ha criticato il presidente siriano Asad per le sue ultime dichiarazioni in cui sostiene il diritto di candidarsi alle elezioni politiche del prossimo anno. Bogdanov ha evidenziato la necessità di astenersi da dichiarazioni provocatorie, che non fanno altro che aumentare le tensioni e causare reazioni rabbiose da parte degli oppositori; i quali, ricordiamo, hanno posto come condizione imprescindibile per negoziare col regime le dimissioni del rais siriano. Un invito quindi a stemperare le conflittualità in vista degli incontri di Ginevra.
Parole che richiamano ad una soluzione politica del conflitto sono arrivate anche dal ministro degli esteri del Qatar, Khalid bin Mohammad al-Attiyah durante la sua visita ad Algeri. Egli sostiene infatti che non ci sia altra soluzione, se non quella politica, per uscire dalla crisi siriana.
Ieri inoltre è apparso per la prima volta in televisione il capo di Jubahat al-Nusra, Abu Mohammad al-Jawlani. L’intervista, trasmessa da al-Jazeera, mostra il leader di uno dei più importanti gruppi armati dell’opposizione, ritenuto tra l’altro un’emanazione di al-Qaeda, esclusivamente di spalle, con la testa avvolta in una sciarpa nera. Al-Jawlani sostiene di non avere pretese di governo della Siria, una volta giunti alla sconfitta del regime: l’obiettivo è di sconfiggere i takfiri o meglio gli empi nemici dell’Islam, nonché di favorire un futuro governo siriano basato sui precetti islamici della Sharia. Sarà quindi compito degli esperti, convocati attraverso assemblee di consultazione (مجالس للشورى), redigere il progetto più appropriato per governare il Paese.
ِArticolo ripreso dal quotidiano al-Quds del 20/12/13.