La Siria di Lorenzo Trombetta
Uno si danna a studiare l’arabo, a cercare di leggere gli articoli e i commenti dei maggiori quotidiani arabi in lingua originale. Con difficoltà, segue i notiziari dei canali satellitari. Vuole cercare di capire quello che avviene in Medio Oriente, soprattutto in Siria, senza ricorrere ai filtri della stampa nazionale. Vuole ampliare lo spettro delle interpretazioni, inseguire le fonti originali e ascoltare o leggere in presa diretta la voce dei protagonisti. Bene, è già tutto lì, nero su bianco, nel nuovo libro di Lorenzo Trombetta Siria-Dagli ottomani agli Assad. E oltre, Edizioni Mondadori-Università, Euro 24.50.
In passato avevo acquistato l’altro libro che Trombetta, corrispondete dell’Ansa da Beirut, aveva scritto: Siria, pubblicato da Editori Riuniti, non so se sia ancora disponibile. Un libro organizzato a voci catalogate in ordine alfabetico, che tentavano di far luce sugli aspetti nascosti di un regime al centro dei giochi mediorientali da più di 40 anni. E già si riscontravano nomi e riferimenti non trattati abitualmente dall’informazione istituzionale.
Con questa ultima fatica (e visto la mole di lavoro e i riferimenti bibliografici, fatica non è un termine di circostanza) Lorenzo Trombetta ci fornisce una mappa dettagliata delle vicende siriane dell’ultimo secolo, per concentrarsi sui recenti sanguinosi avvenimenti che sconcertano l’opinione pubblica mondiale. Avvenimenti che sconcertano per la violenza ma anche per l’incapacità di comprendere una situazione che si è evoluta in maniera rapida e che permane fluida, tanto da essere ostile a qualsiasi tipo di previsione.
Informazione: questo è il punto di forza del libro. Informazione basata su studi e letture di numerose fonti. Informazione basata su interviste e contatti con attivisti e attori sul campo. Informazione non ideologica, ma semplice narrazione inquadrata in una cornice storica e sociologica che ci fa ben comprendere le dinamiche degli avvenimenti: il regime, la protesta pacifica che si trasforma in scontro armato, il ruolo dei vari estremisti, la geopolitica regionale.
Due semplici considerazioni, a mio avviso, danno particolare valore al libro: finalmente una mappa dettagliata del fronte dell’opposizione siriana, che possiede una quantità di sigle o piattaforme (come le chiama l’autore) in grado di confondere anche lo studioso più esperto; e un particolare risalto dato all’anima pacifista del movimento di protesta ai suoi albori.
Interessante è anche l’analisi della strategia del regime, volta a creare un clima di guerra contro il terrorismo per legittimare la sua sopravvivenza. Ma sono troppe le notizie e le sorprese che contiene per essere anche solamente menzionate.
Alla fine del libro c’è comunque spazio anche per la speranza. Nonostante la negligenza dell’Occidente e gli interessi di alcune potenze regionali che intorbidiscono il futuro della Siria, l’anima moderata del popolo siriano e la sua ricerca di un compromesso che metta fine a questo bagno di sangue e allo stesso tempo ad una dittatura odiosa, ha ancora la possibilità di prevalere.