La Turchia in continuo sviluppo
Dopo un anno mi trovo di nuovo in Turchia. Un paese che colpisce per la sua dinamicità economica e per le sue attività imprenditoriali. Da un anno all’altro mi è capitato di vedere cambiamenti impressionanti nelle infrastrutture e nel paesaggio: dall’ampliamento dell’aeroporto Sabiha Gocken, divenuto un trafficatissimo scalo, alla costruzione di nuove strade e al sorgere come funghi di svettanti e luminescenti grattacieli.
Quest’anno una grossa trasformazione riguarda l’area di Gezi Park.
La zona nord occidentale sottostante al parco, che era percorsa da un’importante arteria sulla quale si affacciavano numerosi ristoranti, tra cui un Mc Donald’s, è stata completamente stravolta, o meglio la strada non c’è più, solo una spianata di cemento che si estende fino a piazza Taksim, con isolati venditori di caldarroste.
Non so se questo sia legato al controverso progetto edilizio che ha scatenato le ire di molti giovani turchi la scorsa primavera, comunque un tale cambiamento sembra attestare la tendenza decisionista del governo di Erdogan di portare a termine i propri progetti senza esitazioni o tentennamenti, trascurando le proteste di una parte della popolazione e delle associazioni ambientaliste. Tentennamenti che sembrano riguardare qualsiasi progetto atto a snellire il caotico traffico della metropoli turca. Basti pensare che il bus dall’aeroporto Sabiha Gocken a piazza Taksim ci ha impiegato un’ora e tre quarti, per percorrere 60 km di traffico lento e code.