L’Arabia Saudita sponsorizza i salafiti in funzione anti al-Qaeda
Un paio di articoli sul numero odierno di al-Quds evidenziano il grande fermento che serpeggia tra le file dell’opposizione armata siriana. In un primo articolo si parla del numero elevato di guerriglieri stranieri che per la maggior parte combattono tra le file dello “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, una diramazione di al-Qaeda. Questa organizzazione infatti, semi sconosciuta fino ad un anno fa, è diventata tra le più incisive, anche se alcuni ritengono che ultimamente la sua preoccupazione più grande sia quella di amministrare i territori conquistati secondo rigidissimi dettami islamici. Il suo obiettivo finale sarebbe quindi l’instaurazione di un califfato, non la caduta del regime. Si parla di cifre che variano tra i 6000 e i 10000 mujahidin stranieri, un numero impressionante se si considera che in Iraq, dopo l’invasione americana, la loro presenza era stimata intorno alle 600 unità. Inoltre svolgono ruoli centrali non solo nei combattimenti, ma anche nel governare villaggi e città.
Direttamente collegata a questi fatti è la notizia che appare nel secondo articolo: l’Arabia Saudita sostiene i guerriglieri salafiti per contrastare la presenza di al-Qaeda.
Il regno saudita è molto preoccupato per le vicende siriane. Nonostante la rivoluzione duri da più di due anni infatti, Asad è sempre al potere, forte, anche, del sostegno iraniano, grande avversario geo-politico di Riad. Il ruolo sempre più preponderante assunto dai gruppi fedeli ad al-Qaeda ultimamente non rendono la situazione più semplice, anzi; si rischia lo smembramento dell’unità siriana in diversi staterelli in cui l’elemento estremista sarebbe dominante. Ed ecco quindi, secondo alcune fonti che fanno capo all’opposizione siriana, le manovre saudite per finanziare gruppi di ispirazione salafita, a condizione che si mantengano distanti dall’influenza di al-Qaeda. Il fine sarebbe quello di sostenere con armi e rifornimenti gruppi più moderati, per impedire che le formazioni più estremiste riempano gli spazi eventualmente lasciati vuoti dal ritiro dell’esercito regolare siriano. Certo, i salafiti si prefiggono l’applicazione della sharia e disprezzano l’opposizione laica, però non hanno mai manifestato l’idea, a differenza dei seguaci di al-Zawahiri, di creare un califfato che si prefigga la cacciata degli occidentali da tutto il M.O. e che minaccerebbe anche gli stessi governi arabi esistenti, come l’Arabia Saudita. La nuova formazione, che si chiamerebbe “‘Esercito dell’Islam” tuttavia, non ha ancora espresso un’aperta ostilità nei confronti dello “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, anche se da questi ultimi viene considerata un rivale. L’Esercito dell’Islam, dal canto suo, non ha lesinato critiche nei confronti del Consiglio Nazionale Siriano, che ha praticamente disconosciuto, senza peraltro giungere alla rottura definitiva.