L’opinione di al-Quds
L’opinione di al-Quds è un commento su un avvenimento politico importante ed attuale che non porta la firma di alcun giornalista, ma che esprime l’idea della redazione. Si trova nella penultima pagina del quotidiano, all’interno della pagina delle opinioni e, in genere, è molto breve e redatto in un linguaggio semplice, diretto e chiaro.
Non essendo presente nessuna dicitura che ne vincoli la diffusione, mi sono permesso di tradurre abbastanza liberamente, restando fedele ai contenuti, l’opinione di al-Quds del 20/03/2013.
Il signor Ghassam Hito, capo del governo della coalizione d’opposizione siriana costituitosi durante la riunione di Istanbul di due giorni fa, fa sapere che il suo nuovo governo non perdonerà nessuno che si sia macchiato le mani col sangue siriano e che non dialogherà col regime, invitando quindi soldati e ufficiali dell’esercito a gettare le armi e ad astenersi dal sostenere il regime.
Questo annuncio dai toni aggressivi conferma che le occasioni per risolvere politicamente la crisi sono inesistenti e che sia l’opposizione sia il regime si affidano a soluzioni militari e di forza per vincere lo scontro.
Il signor Ghassam Hito è stato eletto da un’ assemblea formata da più di 50 persone rappresentanti l’Unione Nazionale delle Forze d’Opposizione e di Rivoluzione Siriana, ed ha avuto più di 35 voti grazie anche al ritiro di personalità importanti che gareggiavano per la stessa carica: Riad Seif, Kamal labuani, Walid al-buni.
La missione più importante che affronta il suo governo è quella di amministrare il territorio siriano che non è più sotto il controllo del regime, e di assicurare i servizi di base come acqua, gas , luce, istruzione, assistenza sanitaria e stipendi. Lo stesso impegno riguarda circa un milione di profughi, che si trovano negli stati confinanti.
Ecco un’altra questione non meno importante e seria della precedente: come catalizzare il sostegno e l’aiuto dell’opposizione sia interna che esterna. Ciò, senza dimenticare i gruppi islamici jihadisti, che costituiscono la colonna portante delle forze che partecipano allo scontro armato contro il regime e che controllano superfici estese di territorio ormai liberato nel nord-est (Deir ezzur, Raqqa, Hassake) e nel nord-ovest (Aleppo, Idlib, Mar’a al-n’aman).
Da notare che il signor Mohaz al-khatib (presidente dell’Unione Nazionale) non ha rilasciato alcuna dichiarazione. A quanto sembra, non è favorevole a questo nuovo governo a causa dei contrasti e della decisione di non accogliere gli sforzi per inglobare persone del regime in un eventuale governo di transizione.
A quanto dicono i suoi sostenitori, il signor Ghassam Hito possiede di sicuro una profonda esperienza di gestione, acquisita durante le sue attività commerciali negli Stati Uniti, ma la situazione siriana è così complicata da richiedere anche inventiva politica per essere risolta.
Dal momento che Washington permette a Francia, Gran Bretagna e agli Stati arabi di armare l’opposizione siriana e che sta crescendo il nervosismo lungo i confini libano-siriani, la formazione di un governo temporaneo chiude la porta a soluzioni politiche di negoziazione ed è possibile sostenere così che i prossimi giorni potrebbero essere i più sanguinosi per la Siria.