Mar Caspio
Una totale rivoluzione del paesaggio. Dal deserto brullo e arido in cui il colore prevalente è il marrone, ai pendii e alle verdi colline ormai tinte, alla fine di novembre, da sfumature autunnali. Il mare, da lontano, appare di un blu chiaro; in realtà non è molto trasparente, anzi sembra poco pulito, soprattutto in prossimità della foce di un fiume, dove prevale un colore marrone-fango. Anche la spiaggia è un ammasso di macerie, con qualche cumulo sparso di immondizia.
Si rimane alquanto stupiti da questa mancanza di considerazione e rispetto nei confronti della natura, eppure gli abitanti del posto sembrano impassibili: si siedono in riva al mare, fumano e mangiano, incuranti dei detriti e dei rifiuti.
In tutti i casi la visione di alberi verdi come cipressi ed eucalipto rappresenta una vera boccata di ossigeno rispetto ai paesaggi dell’Iran centrale.
La città di Chalos non è bella: traffico, costruzioni moderne e incompiute, senza nessun criterio di omogeneità.
Lo stesso panorama si ripete lungo tutta la costa, salendo verso Rasht.
Si nota tuttavia una certa ricchezza, forse perché questa zona è presa d’assalto dagli abitanti di Teheran durante l’estate. Numerosi cartelli offrono ville in affitto.
Dalle foto viste e dalle poche informazioni raccolte, sembra che la zona meritevole di essere visitata sia l’entroterra di questa regione, chiamata Gilan, dove si possono vedere piccoli villaggi caratteristici e scorci di natura incontaminata.