Morire di fame
L’articolo scritto oggi da Michel Kilo, famoso dissidente politico siriano, sul quotidiano Asharq al-Awsat parla della tragica situazione degli assediati nella città di Homs e nella regione della Ghouta di Damasco. L’assedio prosegue ormai da diversi mesi e viene imposto dall’esercito del regime per piegare la resistenza dei ribelli. Migliaia di civili stanno vivendo una situazione umanitaria disastrosa e il prezzo dei generi alimentari, qualora disponibili, raggiunge cifre esorbitanti: un chilo di zucchero 2600 lire siriane, un chilo di riso 2200, cifre 20 volte maggiori del prezzo normale. Il pane è praticamente scomparso, e l’autore riporta la notizia della morte di una neonata per inedia. Nei giorni in cui tutto il mondo islamico celebra la Festa del Sacrificio, festa attesissima dai bambini per il gran numero di dolci e regali ricevuti, intere città vivono il dramma della fame, mentre continuano incessantemente a piovere bombe sulle loro teste.
La situazione suscita ancora più collera poiché, secondo Michel Kilo, il regime era ad un passo del tracollo, ma l’accordo russo-americano sulle armi chimiche gli ha conferito una sorta di legittimità, impedendo quella disgregazione che un intervento armato avrebbe provocato.
Intanto si susseguono le discussioni per trovare una soluzione politica al conflitto: che futuro per Asad? quanto è pericolosa la deriva islamica estremista? è possibile creare una confederazione siriana? Discussioni necessarie al futuro della regione, ma sterili ed inefficaci per risolvere la sofferenza quotidiana di chi muore di fame.