Quello iraniano e’ un cambiamento reale?
“La situazione politica in Iran è capovolta. Nel senso che oggi abbiamo una presidenza diplomatica, mentre le decisioni politiche vengono prese nelle sedi che fanno capo agli organi più influenti, e specificatamente le Guardie Rivoluzionarie e tutte le istituzioni dedite alla conservazione del regime teocratico. Questa faccenda è ben nota agli americani, che tuttavia presentano offerte e condizioni nella speranza che giungano, attraverso Rouhani, ad influenzare attivamente le decisioni politiche.”
Con queste parole il commentatore Iusef Al-Dayni del quotidiano Asharq al-Awsat descrive la situazione diplomatica iraniana, chiarendo che, nonostante le evidenti aperture che hanno sbalordito i numerosi commentatori politici, restano due grossi ostacoli al raggiungimento di una risoluzione dei rapporti internazionali tra Iran e gli altri stati: la reale disponibilità al cambiamento dei centri di potere e decisionali da un lato; quanto siano persuasi gli altri attori della zona (stati del Golfo e Israele) che queste aperture rappresentino un sicuro punto di svolta, dall’altro. Sicuramente la questione nucleare rappresenterà un vero banco di prova, in quanto lo stesso Rouhani l’ha più volte menzionata come punto centrale tra le ambizioni del popolo iraniano, ma rappresenta al tempo stesso una questione delicata e spinosa per gli stati confinanti, che si sentirebbero minacciati da un Iran nucleare. Israele, per esempio, si dimostra scettica.
Del resto, come aggiunge al-Dayni, in questi ultimi anni l’atteggiamento poco disponibile dell’Iran ha avuto conseguenze pesanti e negative sulle politiche del M.O. Risulta quindi improbabile per molti che questa virata di 180° rappresenti un cambiamento genuino e non, invece, uno stratagemma per giungere ad un alleggerimento delle sanzioni economiche che hanno affossato l’economia iraniana e che rischiano di aggravare la sua instabilità interna.
Nonostante queste ultime novità, c’e’ ancora molta diffidenza e queste aperture rappresentano veramente poca cosa in confronto alla posta in gioco, davvero molto alta: il futuro assetto del Medio Oriente.