Rassegna stampa del 06/09/2013
Asharq al-Awsat e’ tra i più diffusi quotidiani pan-arabi, giornali cioè che possono vantare una circolazione internazionale. I suoi maggiori concorrenti sono al-Hayat e al-Quds al-Arabi.
Tutti questi organi d’informazione hanno la loro sede a Londra e numerosi uffici di corrispondenza presso le più importanti capitali del mondo arabo.
Personalmente preferisco al-Hayat per la vastità dei contenuti e la posizione più liberale; il quotidiano dalla prima pagina verdolina (Asharq al-Awsat) mi sembra al contrario molto più appiattito sulle posizioni ufficiali del Regno Saudita. La presenza massiccia di pubblicità sulla sua prima pagina inoltre lo rendono sicuramente meno interessante rispetto ai suoi concorrenti, i quali inoltre ogni tanto azzardano anche la pubblicazione di un commento o di un editoriale, abitualmente relegati nelle pagine interne.
Il mio e’ soltanto un appunto stilistico, condizionato dalla lettura dei quotidiani italiani, ma sicuramente un’occhiata veloce della prima pagina di al-Quds o di al-Hayat offre molte più informazioni e uno sguardo più ampio e dettagliato che copre quasi tutte le nazioni del M.O.
Oggi Asharq al-Awsat riporta sulla sua prima pagina solo due titoli:
Washington annuncia che la soluzione della crisi siriana attraverso le Nazioni Unite ha il cammino sbarrato; per questo motivo si intensificano gli sforzi di Obama al G20 per convincere i rappresentanti delle nazioni partecipanti della necessità di un’azione militare in Siria.
Il presidente Putin però ha replicato dicendosi non certo dell’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco e ribadendo l’impossibilità di un attacco militare senza il consenso del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Nei prossimi giorni il ministro degli esteri siriano Walid al-Muallem intanto si recherà in visita a Mosca per esaminare la situazione con l’alleato russo.
Nell’ambito delle operazioni militari, e’ stato confermato il ritiro dei ribelli dalla città cristiana di Maaloula; ritiro strategico questo, anche per evitarne il bombardamento da parte delle forze del regime, con il conseguente massacro di civili e le inevitabili conseguenti accuse di massacro settario ad opera dei terroristi dell’opposizione.
Il generale Ibrahim: ‘inizio di una nuova ondata di terrorismo…e non escludo il coinvolgimento di elementi stranieri’.
Il generale Mahmud Ibrahim, ministro della difesa egiziano e’ scampato ieri nel centro del Cairo ad un attentato che ha causato il ferimento di ventuno persone. Il ministro e’ apparso un paio d’ore dopo l’attentato alla televisione egiziana, dimostrando un atteggiamento determinato e prevedendo il ritorno al periodo di terrore dell’inizio degli anni novanta: all’epoca si registrò il primo tentativo di assassinio di un ministro egiziano, effettuato da gruppi islamici armati.
Non ci sono ancora notizie ufficiali riguardo rivendicazioni o identità degli attentatori, anche se il ministro ha accennato alla possibilità di coinvolgimento di apparati stranieri in cooperazione con elementi interni.
I primi rilievi degli specialisti hanno confermato che l’attentato e’ stato effettuato con un’autobomba imbottita di esplosivo, fatto deflagrare con un telecomando al passaggio del convoglio ministeriale. Il ritrovamento di membra umane sul luogo dell’attentato hanno fatto pensare anche ad un attacco suicida.