Rassegna stampa 08/03/2013
Asharq alawsat
Genero di Bin Laden nelle mani di Washington. Si tratta di Abu Ghaithi, il porta-voce di Al-Qaeda, che presenzierà oggi di fronte al tribunale federale di New York.
Ribellione della polizia egiziana che protesta contro la politica dei Fratelli Musulmani.
Il ministero degli interni saudita libera tremila fermati dalla polizia, mettendoli in guardia dal non approfittare della situazione generale della popolazione.
Gran Bretagna: il Consiglio di Sicurezza impedirà a chi ha pretese distruttive di ostacolare il dialogo nello Yemen.
Al Hayat
Il rapimento dei soldati della forza internazionale dell’ONU fa entrare il Golan nel cuore del conflitto siriano. Israele teme un vuoto di potere lungo i suoi confini.
Yemen: notizie contrastanti su un sequestro di armi, la cui origine potrebbe essere iraniana.
Soliman smentisce la notizia che il Libano accoglierà il monito dei Paesi del Golfo, sostenendo che il pericolo più grande è rimandare le elezioni.
L’Egitto attende con preoccupazione la sentenza sul massacro di Port Said, mentre è proclamato uno sciopero dei membri della polizia.
Protesta dei capi curdi per il modo in cui Ankara svolge il processo di pace con i curdi stessi.
La Fondazione del Pensiero Arabo inaugura il suo progetto di contenuti digitali legati al mondo arabo su internet.
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con l’approvazione della Cina, impone nuove sanzioni alla Corea del Nord.
Al- Quds al-Arabi
L’Egitto è senza polizia, che dimostra per chiedere le dimissioni del ministro degli interni.
Israele teme il controllo di Al-Qaeda sul Golan, mentre l’opposizione siriana si riunisce in Turchia per scegliere il capo del governo temporaneo.
La CIA, con la collaborazione di Turchia e Giordania, cattura il genero di Bin Laden in terra giordana.
Tensione in Libia in occasione della discussione parlamentare riguardo la legge sulla destituzione politica per chi si è compromesso col precedente regime.
In Giordania i benefici concessi alle varie tribù distruggono la democrazia. La presenza di 32 deputati di pistola suscita paura e si propone di destituirli.
Da queste brevi notizie si nota la gravità della situazione in Egitto, dove il Governo è contestato dalla stessa polizia.
Il rischio che la situazione siriana coinvolga i confini israeliani non fa presagire nulla di nuovo da un regime messo alle corde, che potrebbe usare tutti i mezzi a sua disposizione per coinvolgere Israele in una situazione sempre più caotica (non dimentichiamo il ruolo dell’Iran e la questione nucleare).
Notizie poco rassicuranti anche dalla Libia e dalla Giordania, in cui i rispettivi parlamenti hanno rischiato di diventare teatro di episodi di violenza e scontri a fuoco.
Il processo di pacificazione tra turchi e curdi appare subito pieno di difficoltà a causa della mancanza di fiducia tra le controparti; esse si rivolgono inoltre accuse reciproche di inquinamento delle trattative.
Nessuna notizia nelle prime pagine sulla situazione irachena che rischia di deflagrare, stretta tra il conflitto siriano e l’influenza iraniana.