Rassegna stampa del 17/07/2013
Oggi i principali giornali arabi aprono con la notizia del nuovo governo di transizione in Egitto. Il nuovo capo del governo Hazem al-Beblawi ha giurato di fronte al presidente pro-tempore Adli Mansour.
Il nuovo esecutivo, costituito da 35 ministri di cui 3 sono donne, dovrà affrontare subito questioni spinose come la grave crisi economica che attanaglia il Paese.
I Fratelli Musulmani ritengono che questo governo sia privo di legalità costituzionale, mentre il partito salafita di al-nour si e’ limitato ad astenersi dal parteciparvi con i suoi rappresentanti.
Intanto continuano gli scontri in alcune zone della capitale tra i sostenitori di Moursi (il presidente deposto) e le forze di sicurezza. L’ultimo bilancio parla di 7 morti e più di 260 feriti.
Grande risalto viene dato alla dichiarazione delle Nazioni Unite che conferma la grave situazione dei profughi siriani: una vera e propria crisi umanitaria, la peggiore dai tempi dei massacri in Ruanda. Le cifre parlano chiaro: circa un milione e ottocentomila profughi nei Paesi confinanti e più di 5.000 morti ogni mese a causa degli scontri.
As-Sharq al-Awsat riporta poi un’intervista dell’ex vice presidente iracheno Tariq al-Hashimi, costretto a vivere in esilio in Turchia in quanto sul suo capo pende una condanna a morte in contumacia. Nell’articolo sostiene che in Iraq ci sono giovani sciiti, provenienti dagli stati del Golfo, che vengono addestrati sotto la supervisione dell’Iran.
Altra notizia riguarda la richiesta di asilo alla Russia del giovane informatico statunitense Snowden, accusato di spionaggio del suo governo. Ancora non e’ stato chiarito se sarà una richiesta di asilo come rifugiato, rifugiato politico o rifugiato temporaneo.
Al-Quds pubblica due interessanti notizie.
La prima riguarda la decisione dell’Unione Europea di ritenere illegali gli insediamenti israeliani a Gerusalemme e in Cisgiordania, e la conseguente risposta di Tel Aviv che ha deliberato di costruire altre 1000 unità abitative in diverse zone.
La novità di questa decisione e’ legata al fatto che e’ stato prodotto un documento scritto, che definisce nero su bianco l’illegalità delle colonie israeliane in territorio palestinese.
Non sarà di conseguenza possibile alcun tipo di collaborazione economica con queste entità, in quanto non riconosciute come facenti parte del territorio israeliano.
La seconda: Omar al-Bashir lascia la Nigeria dove presenziava al vertice dell’Unione Africana, temendo che venga eseguito il mandato di arresto internazionale che lo accusa di crimini contro l’umanità. Mentre il suo portavoce si limita a smentire simili insinuazioni e sostiene che il presidente del Sudan e’ tornato a Khartoum come da programma, molte pressioni sono state esercitate da varie organizzazioni umanitarie sul governo di Abuja, affinché si attenesse agli obblighi sottoscritti con il tribunale internazionale contro i crimini di guerra.
Infine un accenno al ritorno in patria del presidente algerino Bouteflika dopo la lunga degenza in un ospedale francese per curarsi dall’ictus che lo aveva colpito.
Nell’unica immagine diffusa dalla televisione algerina, il rais e’ su una sedia a rotelle ed appare molto provato. Sembrano quindi vere le voci, poi smentite, che indicavano il suo stato di salute come molto precario.
Bouteflika dovrebbe restare in carica fino al mese di aprile del prossimo anno, quando si aprirà la lotta per la successione alla presidenza. Si fanno i nomi di Abdul Malik Salal, attuale primo ministro, ben sostenuto dalla cerchia dell’attuale regime, e di Ali ben Falis, precedente capo di governo, che rappresenterebbe una rottura con l’era di Bouteflika.