Rassegna stampa del 22/07/2018
Dal quotidiano al-Hayat:
Siria. Dopo l’uso della forza per obbligare le fazioni armate dell’opposizione a vari “compromessi di resa”, la Russia apre un fronte per far giungere aiuti con USA e Francia alla Ghouta orientale sostenendo che adesso la situazione umanitaria ha la priorità sulla situazione politica. Allo stesso tempo la base russa di Hmeimim parla della sua “preoccupazione” nei confronti dei gruppi armati della provincia di Idlib (inclusa tra le zone di de-escalation) che minacciano con droni e attentati suicidi la parte settentrionale della provincia di Homs.
Palestina. Differenze sostanziali tra Fatah e Hamas sulla proposta egiziana di riconciliazione tra le due anime palestinesi disperde le speranze di giungere ad una soluzione in tempi brevi.
Azzam al-Ahmad il responsabile di questo dossier per conto di Fatah critica le dichiarazioni di Hamas che aveva parlato di 5 settimane per giungere ad un compromesso e della necessità di formare un governo di unità nazionale.
Dice che Ramallah è pronta a ricevere tutte gli incarichi di governo della Striscia e che prima di formare un esecutivo che comprenda tutte le fazioni bisogna attuare il passaggio nelle sue mani dei ministeri e delle forze di sicurezza.
Bahrein. Account fantasma del Qatar hanno tentato di rovinare i rapporti tra il regno saudita e quello del Bahrein influenzando l’opinione pubblica con notizie false. L’intento era quello di diffondere la divisione e la sedizione, la tanto temuta “fitna” (فتنة).
Iraq. Una calma relativa in Iraq in attesa di una grande manifestazione che coinvolgerà il sud ed la zona centrale dell’Eufrate… e la polizia lavora di concerto con i manifestanti per evitare che ci siano infiltrazioni esterne che portino ad una degenerazione delle proteste.
Sotto accusa le milizie filo iraniane che hanno l’intento di far fallire il movimento di contestazione mentre al-Sadr, che ha visto un calo della sua popolarità in seguito all’accordo stretto con Fatah (assembramento che comprende appunto milizie filo iraniane) mette da parte i propositi per formare il nuovo governo e spinge i suoi sostenitori a manifestare nuovamente.
Iran. A Marivan, nel Kurdistan iraniano, uccise 11 Guardie della Rivoluzione in uno scontro con “terroristi” che hanno attaccato una caserma militare e fatto esplodere un deposito di munizioni.
Khamenei sostiene la linea di Rouhani: “O ci fate vendere il nostro petrolio o si fermano le esportazioni di tutta la zona attraverso il blocco dello stretto di Hormuz”. Esprime inoltre la sua mancanza di fiducia nei confronti degli americani con cui è inutile negoziare anche per la loro intenzione di riportare l’Iran “indietro nel tempo a prima della rivoluzione del 1979”.
Dal quotidiano al-Sharq al-Awsat:
Siria. La Turchia rafforza la sua presenza militare lungo i confini siriani.
E per evitare attacchi del regime alla provincia di Idlib, dove sono confluiti i combattenti dell’opposizione “scacciati” da altre zone, dà carta bianca ai russi affinché ripristino i servizi e gestiscano la situazione delle vie di comunicazioni e il ritiro delle armi pesanti dalle mani delle fazioni armate.
Da Manbij, zona a nord del paese rivendicata dai curdi, arriva la richiesta di tornare a far parte della nazione siriana
Libano. Al “Festival internazionale di Baalbek” dopo 50 anni ritornano le canzoni di Umm Khultum grazie all’orchestra nazionale libanese diretta da Hisham Gabr.
Immagine: il magico sfondo dei templi di Baalbek per il più importante festival artistico del Medio Oriente