Rassegna stampa del 25/07/2018
Dal quotidiano al-Sharq al-Awsat:
Siria. Israele abbatte un Sukhoi siriano sulle alture del Golan.
Damasco e Tel Aviv mettono così alla prova l’accordo di cessate il fuoco in vigore dal 1974.
Lavrov a Berlino per esaminare il dossier del ritorno dei rifugiati siriani.
Iran. Teheran cerca riparo in Europa in vista dell’inasprimento delle sanzioni USA: non pretende cose esagerate ma proposte veloci e applicabili… e Trump vuole per il nucleare un nuovo accordo più realistico.
Yemen. Gli Houthi fanno pressioni sui leader del Partito del Congresso Generale del Popolo (fondato dall’ex presidente assassinato lo scorso dicembre Ali Saleh) per acquisirne il controllo completo soprattutto in vista della ripresa dei negoziati sotto l’egida dell’ONU.
Libano. Rafiq al-Hariri, incaricato di formare il nuovo governo, in attesa del piano russo per far rientrare i profughi siriani nel loro paese.
In Libano ci sono un milione e mezzo di rifugiati siriani oltre a 200 mila irregolari. Trentamila di questi che hanno partecipato direttamente agli scontri contro il regime di al-Asad non vogliono abbandonare “il paese dei cedri”.
Dal quotidiano al-Hayat:
Iraq. Tramonta l’iniziativa di Qasem Soleimani per dare vita ad un governo costituito da tutti i partiti sciiti… e si assiste a nuovi colloqui alla luce delle proteste popolari che hanno scompaginato le carte del dopo elezioni.
Palestina. Gli USA pronti a nuove iniziative diplomatiche contro Hamas… e Haley critica i leader arabi che non prendono una posizione chiara contro il terrorismo palestinese e che non “spingono” verso la pace.
Nuova crisi tra Ankara e Tel Aviv dopo le critiche di Erdogan contro la nuove legge che fa di Israele uno “stato-nazione ebraico”. Ha detto che alcuni leader israeliani resuscitano la mentalità di Hitler. Replica di Netanyahu: “Stai trasformando il tuo paese in una dittatura repressiva”.
Dal quotidiano al-Quds al-Arabi:
Qatar. L’emiro del Qatar Tamim al-Thani conclude con successo colloqui con il premier britannico Theresa May e si gonfia lo scandalo dei contestatori stipendiati dagli stati che attuano da più di un anno il boicottaggio a danni di Doha per manifestargli contro.
Washington moltiplica gli sforzi per giungere ad una soluzione della crisi del Golfo… e i Qatar vuole trasformare in permanente la grande base aerea di al-Udeid.
Libano. Proteste e blocchi stradali a Brital dopo l’uccisione dell’ “Escobar della Bekaa”: giovani bruciano la bandiera di Hezbollah biasimando il ministro Hussein Hajj Hassan appartenente al “partito di Dio” oltre ai vari rappresentanti dello stato per quello che ritengono un crimine efferato.