Rischiare la propria vita/ غامر بنفسه
In un articolo apparso il 23 aprile sul quotidiano al-Quds al-Arabi, Hussein Majdoubi parla delle recenti tragedie che hanno funestato i viaggi della disperazione che migliaia di profughi intraprendono dalla Libia verso l’Italia.
I numeri parlano di 36.000 immigrati irregolari giunti in Italia dall’inizio dell’anno. L’analisi delle nazionalità coinvolte, secondo i dati forniti dal governo italiano, vede al primo posto i siriani con 8865 di clandestini seguiti a grande distanza dagli eritrei che sono 3363. Successivamente vengono i somali (2370) e gli afgani (1866).
Assenti marocchini e tunisini che rappresentavano fino a pochi anni fa la maggior parte degli immigrati che tentavano di raggiungere il “paradiso europeo”.
Alla base del tentativo di raggiungere l’europa non ci sono più le motivazioni economiche (o almeno non più solo queste) ma la disperazione e la tragedia di intere popolazioni vittime di guerre civili e scontri politici armati, senza dimenticare i numerosi stranieri residenti in Libia che scappano da una situazione insostenibile.
Cosa spinge una persona ad affrontare la morte salendo su una barca fatiscente senza nessuna garanzia di scampare ad un probabile affondamento?
Lo spiega un giovane siriano: ” Ad Aleppo rischiavo quotidianamente la vita per sopravvivere, invece l’ho rischiata una volta sola e sono arrivato in Europa”.