Situazione poco promettente il 05/04/2013
Oggi la situazione in Medioriente non lascia presagire nulla di buono per l’immediato futuro.
Unica nota positiva riguarda un accordo tra le forze politiche libanesi per la nomina di Tamam Salam a capo di un futuro governo, che avrà caratteristiche di imparzialità.
Per il resto, continuano i bombardamenti del regime di Assad verso i centri di insurrezione siriana; nel dettaglio, quelli che hanno colpito la città di Homs sembrano esser stati particolarmente violenti.
In Libia, a Tripoli, un gruppo armato ha assaltato una stazione di polizia per liberarne i prigionieri reclusi. Segnale inquietante questo, che dimostra come si sia ancora lontani da una situazione di pace e come sia difficile avviare un processo di ricostruzione e di sviluppo democratico. Processo ostacolato, peraltro, dal gran numero di armi ancora presenti sul territorio.
Scontri anche all’università di Mu’tah, in Giordania, che, in seguito all’intervento della polizia, hanno provocato un morto. Tali scontri hanno coinvolto diverse fazioni studentesche e rispecchiano, tra l’altro, le tensioni politiche e sociali che sta vivendo il Paese, sia per problemi legati all’economia e alla disoccupazione, sia per la vicinanza con la Siria, dalla quale provengono giornalmente centinaia di profughi.
Attualmente, crisi siriana esclusa, le previsioni più fosche riguardano la Palestina e la striscia di Gaza, dove si registra il lancio di sei missili verso le città di Siderot. Al-Quds parla dell’occasione mancata dai due Stati per giungere ad una soluzione, nonché dell’esasperazione che ormai si è impadronita dei palestinesi a causa delle prevaricazioni israeliane, riguardanti il trattamento dei prigionieri politici ed i nuovi insediamenti. La sepoltura di due vittime degli scontri precedenti e la morte del prigioniero Abu Hamida hanno dato vita a nuovi scontri che lasciano intravedere la possibilità di una nuova intifada.