Venti di guerra
La situazione in Siria non lascia presagire nulla di buono: a quanto pare, è stata varcata la linea rossa che il governo americano aveva posto al regime di Damasco, linea che, se oltrepassata, provocherebbe un intervento militare.
Il quotidiano Al-Quds del resto, memore delle bugie che hanno consentito l’intervento dell’Occidente contro Saddam riguardo la presenza di armi di distruzione di massa, si dimostra abbastanza cauto nel prendere come certo l’uso di armi chimiche da parte di Assad e allude al fatto che, in ogni caso, i piani di intervento militare da parte degli Stati Uniti sono stati studiati e preparati da tempo.
La Casa Bianca tuttavia temporeggia e sembra restia ad intraprendere azioni, il cui risultato finale sembra essere alquanto incerto. E ciò per due motivi: la Siria gode dell’appoggio di diversi alleati, sia medio orientali come Hezbollah o l’Iran che la supportano anche militarmente, sia internazionali come la Russia e la Cina; il regime di Damasco è tenace, sa di lottare per la sua sopravvivenza e minaccia di rispondere ad un eventuale intervento straniero incendiando l’intera regione, colpendo cioè sia Israele sia le basi americane in Giordania.